Friuli: vince la Serracchiani, forte calo di Grillo

di Andrea Mollica


Debora Serracchiani ha vinto le regionali del Friuli-Venezia Giulia. L’esponente del Pd, una dei nomi più noti della “nouvella vague” democratica, ha battuto il presidente uscente, il leader del Pdl Renzo Tondo.  Il margine di vittoria della Serracchiani è davvero risicato: le elezioni sono state decise da una differenza di poco più di mille preferenze, una percentuale pari allo 0,1%. Un successo sul filo di lana che il centrosinistra ha conquistato grazie ad una sorprendente ripresa dei suoi partiti principali. Sia il Pd che Sel sono andati meglio rispetto alle recenti politiche, mentre il Pdl ha tenuto le percentuali delle politiche. Bisogna però aggiungere che molti consensi alla formazione di Berlusconi sono sottratti dalla lista personale di Tondo, il quarto partito della regione.





Il grande equilibrio non è una novità nella recente storia politica di una regione che, dall’avvento del bipolarismo, ha registrato sempre l’alternarsi del presidente: nel 1998 vinse il candidato di Forza Italia Antonione, poi l’ulivista ed industriale Riccardo Illy, battuto cinque anni dopo da Tondo che ora lascia la sua poltrona di governatore alla Serracchiani. Queste consultazioni sono state caratterizzate da due dati politici molto rilevanti. Il primo è il crollo della partecipazione, con un’affluenza che si è assestata al 50,5%, una contrazione molto forte rispetto alle politiche di due mesi fa. Il secondo elemento è il calo molto significativo del MoVimento 5 Stelle. Alle elezioni del 24 e 25 febbraio il M5S era stato il primo partito della regione con il 27%, ad un passo dalle due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, praticamente appaiate intorno al 28. Il grande equilibrio tripolare, non molto dissimile rispetto al risultato nazionale, si è però subito rotto. Il candidato presidente del MoVimento è sceso sotto al 20%, mentre a livello di lista il M5S si è quasi dimezzato, con un deludente 13,85%. Rispetto a due mesi fa la formazione legata a Beppe Grillo ha perso quasi 100 mila voti, la lista che più ha perso voti di tutti in numeri assoluti. Sinistra Ecologia e Libertà è invece l’unico partito che ha mantenuto i consensi di due mesi fa, e probabilmente anche questo ha favorito la vittoria della Serracchiani, arrivata per un migliaio e poco più di schede.


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