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Regolarità e Trasparenza nella Scuola       ( R.T.S. )

Regolarità e Trasparenza nella Scuola ( R.T.S. )

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Pubblicato da Aldo Domenico Ficara in data febbraio 25, 2014
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Con il nuovo contratto lo stipendio medio degli insegnanti arriverebbe a 2.167,12 euro.

  Con l'inizio del prossimo anno scolastico la definizione del  nuovo contratto collettivo nazionale per il comparto istruzione e ricerca diventerà un tema estremamente caldo. Infatti, il Governo spinge per chiudere l’accordo entro la fine dell’anno.  Se così fosse, dal 1 gennaio 2025 gli stipendi di insegnanti e personale ATA avrebbero un aumento previsto del 5,78%.  Da considerare che a ttualmente uno stipendio tabellare si attesta sui 2.089,86 euro lordi al mese. Pertanto a pplicando l’incremento del 5,78%, si arriverebbe a 2.167,12 euro.
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Cedolino marzo 2025: arrivano gli arretrati scuola del 2022-2023

Per il biennio 2022-2023, gli arretrati per docenti e personale ATA ammontano a zero euro. Questo dato, che sta suscitando indignazione tra i lavoratori del settore, è legato alla mancanza di risorse stanziate per il rinnovo del contratto collettivo. Le uniche somme previste sono state destinate all’indennità di vacanza contrattuale: uno 0,3% del salario da aprile a giugno 2022, successivamente aumentato allo 0,5% da luglio dello stesso anno.  Per il solo 2023, invece, l’unica misura adottata è stata un emolumento una tantum pari all’1,5% dello stipendio, pensato per mitigare gli effetti dell’inflazione.
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Firmato il nuovo contratto 2022/24 circa 150 euro in più per tutti gli insegnanti

  “Con le risorse stanziate avremo, una volta firmato il nuovo contratto, circa 150 euro in più per tutti. Solo che siamo molto sotto l’inflazione e servono diverse altre risorse: la trattativa è in salita, anche se ampia disponibilità a reperire somme ulteriori da dare ai lavoratori della scuola.  Certo, noi siamo il sindacato e spetta al governo fare le scelte finali. Rispetto alla Legge Brunetta, che limitata l’assegnazione al 70% delle risorse a tutti, siamo arrivati al 95% e non era scontato. Ricordo che il Pnrr non può cambiare assetto perché sono stati presi precisi impegni con l’Unione europea: il ministro dell’Istruzione e del Merito sta realizzando una riforma che introduca il middle management, che riguarda circa 100.000 docenti che operano nello staff della dirigenza. A noi va bene, perché se vi sono dipendenti che lavorano di più è giusto incentivarli, ma sempre a patto che tutti i lavoratori della scuola prendano stipendi dignitosi adeguati almeno all’inflazione”...
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