Ieri sera, 6 novembre 2016, su La7 è andata in onda il programma di Giovanni
Minoli con ospite in studio il presidente del consiglio Matteo Renzi. Un faccia
a faccia che tra i temi più caldi del
momento ha coinvolto anche quelli della scuola. Riportiamo in seguito le
domande e risposte inerenti al tema scuola.
Il presentatore Giovanni Minoli dice: “ Dopo
le ultime scosse di terremoto l’edilizia scolastica torna al centro delle
polemiche italiane, soprattutto perché moltissime scuole sono ancora insicure,
ma rimangono aperte creando un rischio continuo per alunni e personale “.
Il Premier
Renzi risponde: “ C’è un impegno che io ho preso, tutte le spese che
serviranno per l’edilizia scolastica andranno fuori dal patto di stabilità, su
alcuni temi non si scherza!. Prima visitavo una scuola a settimana, ho smesso,
ho fatto un errore perché dopo la quarta scuola che visitavo i 5stelle mi hanno
cominciato ad attaccare, perché secondo loro stavo strumentalizzando la cosa,
ed ho così smesso di andarci ed ho fatto un errore perché andare nelle scuole è
stata l’esperienza più affascinante in assoluto. Le regole dell’unione europea che vogliono
impedire di mettere apposto la scuola sono inaccettabili, non c’è discussione! “
A metà trasmissione Minoli fa una domanda personale a Renzi: ” Qual è stato il suo più
grande errore?”
La risposta di Renzi è la seguente: ” Il
mio più grande errore è stata la questione scuola, i soldi che abbiamo
investito noi sulla scuola non li ha messi nessuno, non l’abbiamo gestita bene,
ci abbiamo messo un sacco di soldi, nella cultura!”
Attualmente la realtà delle scuole
evidenzia tutte le criticità di una riforma calata dall’alto e non condivisa
con la categoria degli insegnanti. Ci sono edifici scolastici che crollano da
soli, infatti, gli episodi dei crolli dei controsoffitti rappresentano una storia
senza fine. Gli esodi sud – nord con relativo rientro per assegnazione
provvisoria di migliaia di insegnanti meridionali mettono in risalto una
programmazione della mobilità 2016 poco
approfondita. In generale nella scuola
ci troviamo al cospetto di una
situazione labile, che potrebbe creare conseguenze organizzative poco prevedibili.
Forse sarà anche per questi motivi che il popolo della scuola, tranne qualche
eccezione, voterà no al prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre.
Aldo Domenico Ficara