Allarmismo, panico, leggi e circolari
anti-responsabilità, strafalcioni bipartisan: ecco gli effetti dell’ormai
notissima Ordinanza 21593/2017 della Corte di Cassazione, terza Sezione civile,
a proposito dell’uscita da scuola dei minori. La proposta di legge, che tutti
osannano, dice che se nostro figlio finisce sotto un autobus non è colpa di
nessuno. Quale genitore vorrebbe questo? Intanto anche i dirigenti scolastici
più illuminati in queste ultime ore si apprestano a emanare circolari che
scaricano il problema sulle famiglie, vuoi “per dimostrare che qualcosa si è
fatto”, vuoi “per scatenare i genitori”, vuoi “perché così fan tutti”. Nel
panico generale si rischia di perdere di vista la realtà: le condanne finora
hanno sanzionato comportamenti di grave imperizia e omessa vigilanza, non certo
chi ha effettuato una seria analisi dei rischi e quindi ha fatto una seria
organizzazione. E’ inaccettabile scaricare tutto sulle famiglie, soprattutto
non si possono varare leggi che lasciano i nostri figli allo sbaraglio, al solo
scopo di tutelare dirigenti e docenti. La soluzione può trovarsi solamente
passando attraverso un percorso di riflessione e di assunzione di
responsabilità condiviso. A questo proposito, l’Associazione genitori A.Ge.
Toscana ha inviato a tutti i genitori impegnati negli organi collegiali delle
scuole toscane (presidenti e membri dei Consigli d’Istituto; rappresentanti di
classe) una lettera in cui si forniscono le coordinate per chiedere e ottenere
un percorso di riflessione comune con i genitori, le scuole e gli enti locali,
al fine di trovare soluzioni condivise, per la migliore tutela degli alunni.
I genitori sono invitati soprattutto a
diffondere e sottoscrivere la petizione n. 12676840 su Change.org (“USCITA DA
SCUOLA: NE' SCARICABARILE, NE' RAGAZZI ALLO SBARAGLIO”), indirizzata al
Ministro Valeria Fedeli, al Presidente del Consiglio di Ministri Paolo
Gentiloni e all’On. Simona Malpezzi e finalizzata a una corretta soluzione
normativa, perché sancire che “l’autorizzazione dei genitori esonera il
personale scolastico dalla responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo
di vigilanza” (art. 2 della proposta di legge) equivale a una licenza di
uccidere.
Fior di giuristi si stanno affannando a
spiegare come stanno veramente le cose, tuttavia il panico continua a dilagare.
Le norme non si possono citare a braccio, occorrono metodo e una profonda
conoscenza giuridica prima di poter parlare con una certa autorevolezza. Non si
possono orecchiare commi di legge qua e là e fare un collage. Non è vero che
“questa è la legge”. Non è vero che educare all’autonomia è abbandono. Confortati
dalla relazione tecnica allegata all’ormai noto disegno di legge dell’on.
Simona Malpezzi, vediamo cosa c’è di certo:
- il Dirigente scolastico deve
organizzare, i docenti devono assistere all’uscita degli alunni, i bidelli
devono fare sorveglianza nei periodi immediatamente antecedenti e successivi;
-
l’art. 591 del codice penale sanziona
“chiunque abbandona una persona minore di 14 anni”, ma da nessuna parte c’è
scritto che educare all’autonomia sia “abbandono”;
- la bufera che è scoppiata riguarda
l’ordinanza 21593/2017 della Corte di Cassazione relativa alla morte di un
alunno 11enne nel 2003, che condanna il Ministero a pagare in quanto “i ragazzi
appena usciti dalla scuola sarebbero stati lasciati liberi sulla strada
pubblica”;
- un’altra storica sentenza di condanna
del Ministero (Cass. 3074/1999), relativa a uno studente delle superiori
accoltellato mentre rientrava a casa in anticipo per l’assenza di un
insegnante, è stata motivata dal fatto che “nel quartiere in cui l’evento si è
verificato, privo di case e periferico, erano abbastanza frequenti episodi del
genere e la madre del minore ogni giorno andava a prelevare il figlio a scuola
proprio perché temeva che potesse essere oggetto di aggressioni”.
Se condanna c'è stata, evidentemente ne
sussistevano i motivi. Ora non si può fare di tutte le erbe un fascio e
lasciare che nessuno si preoccupi più di mettere in sicurezza i nostri ragazzi
all'uscita da scuola.
Chiediamo quindi che:
- sia stralciato l’art. 2 della proposta
di legge (“l’autorizzazione dei genitori esonera il personale scolastico dalla
responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo di vigilanza”);
- il Ministero richiami le scuole al
dovere di effettuare un’analisi dei rischi (ai sensi degli artt. 17,28 e 29 del
D.Lgs. 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro)
- e a condividere con i genitori le
strategie da adottare per la tutela dei minori (DPCM 7 giugno 1995 – “Carta dei
servizi scolastici”, punto 9: “La scuola si impegna, in particolare, a
sensibilizzare le istituzioni interessate, comprese le associazioni dei
genitori, degli utenti e dei consumatori, al fine di garantire agli alunni la
sicurezza interna ed esterna quest’ultima nell’ambito del circondario
scolastico”);
- i Consigli d’Istituto e i Dirigenti
scolastici si rendano parte attiva nell’adeguamento e nell’attuazione dei
regolamenti interni, con pieno coinvolgimento dei genitori e delle loro
Associazioni (art. 10 D.Lgs. 297/94, Testo unico della scuola).