Vittorino Andreoli, psichiatra,
scrittore, già Direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona – Soave e
membro della New York Academy of Sciences in un’ intervista ha detto: “ Facebook
andrebbe chiuso.
Lì abbiamo perso l'individualità, crediamo di avere un potere
che è inesistente. L'individuo non sta nelle cose che mostra ma in ciò che non
dice. Invece i social ci spingono a dire tutto, ci banalizzano. I social sono
un bisogno di esistere perché siamo morti. Creano una condizione di compenso
per le persone frustrate [...] Quando non si sa più distinguere tra virtuale e
reale è pericoloso. Si estende l'apprendimento virtuale nella propria casa,
nella propria vita “.