Lorenzo Fioramonti, nuovo Ministro
dell'istruzione. Ha iniziato a rilasciare interviste, minacciando anche le
dimissioni. Scelta pericolosa, se non seguita dai fatti. Suggerisco una diversa
impostazione.
Lorenzo Fioramonti, ha iniziato a
parlare. Troppo.
Lorenzo Fioramonti è il nuovo Ministro
dell'Istruzione. Subito dopo ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera
( 2 settembre 2019), appena nominato e quindi prima di giurare davanti al
Presidente della Repubblica.
Rappresenta
un'anticipazione del suo programma.
Riportiamo qualche passaggio
significativo.
Interessante la premessa, che prendiamo
seriamente con l'impegno di ricordarla al Ministro: "Ci vogliono
investimenti subito, nella legge di Bilancio: due miliardi per la scuola e uno
almeno per l'università. Lo dico da ora: se non ci saranno, mi dimetto...
Metteremo subito mano al decreto
salva-precari, che è pronto. Voglio correggere i punti che non andavano bene e
riproporlo per stabilizzare al più presto gli insegnanti che lo meritano."
Sull'autonomia differenziata conferma la
diversa impostazione rispetto a quella leghista portata avanti da M. Bussetti.
"Non se ne parla. Un conto è se le
singole Regioni decidono di offrire qualche benefit per attrarre professori da
lontano, per esempio un contributo per l'affitto, ma la scuola è un bene
nazionale. E l'autonomia c'è già."
Un'altra intervista (La Repubblica)
completa l'elenco dei temi che il Ministro intende affrontare.
"L’insicurezza di troppi edifici,
la carta igienica portata da casa, il costo dei libri. E le classi pollaio. In
Italia si arriva a trenta alunni in aula, in Germania mai oltre ventuno. Credo
nella scuola italiana, i suoi studenti sono ancora molto capaci e i suoi
docenti eroi civili. Tutti i giorni sono chiamati a occuparsi di un sistema di
una complessità intimorente. A volte non hanno la struttura adatta, sicuramente
sono sottopagati. Maestri e professori devono tornare a essere persone
riverite”
Un convinto incoraggiamento e sostegno
dal deputato Luigi Gallo
Uno dei problemi nel settore scuola era
la diversa referenza politica tra il Miur (Bussetti) e la Commissione Cultura
della Camera (M5s). Quest'ultima proponeva e il Ministro Bussetti frenava o
ignorava l'iniziativa. Le classi pollaio sono un esempio. Ora tutto cambia!
Certo la ritrovata sintonia tra il Miur e la Commissione Cultura della Camera a
presidenza grillina (Luigi Gallo) sicuramente gioverà al sistema scuola.
Il
post su Facebook del Presidente della Commissione certifica il ritrovato
feeling.
"Abbiamo fiducia della sua visione,
delle sue idee e delle soluzioni che metteremo in campo, coralmente, per
affrontare le emergenze e i temi più importanti per la scuola, l’università e
la ricerca. Da Presidente della Commissione Cultura alla Camera sono felice di
poter collaborare con un Ministro all’Istruzione che, finalmente, convergerà sui
temi e sulle battaglie storiche che il M5S ha sempre portato avanti.
Penso all’aumento degli stipendi del
personale scolastico, l’abolizione delle classi pollaio, la lotta alla
dispersione scolastica, la continuità didattica, l’istituzione di concorsi ordinari.
Penso ancora al diritto di accesso all’università con l’estensione della No tax
area per gli studenti che non hanno possibilità economiche di frequentarla e ad
un nuovo reclutamento dei ricercatori che vada in contrasto con la
precarietà."
Un suggerimento al Ministro Fioramonti
Ora suggerisco al Ministro i seguenti
passaggi:
1) illustrazione del programma per la
scuola alle Camere;
2) rilascio d'interviste solo dopo aver
prodotto fatti, cioè decisioni, provvedimenti.
In questo modo eviterà di cadere nel
meccanismo postmoderno dell'annuncite, prodotto della comunicazione 2.0, che
quasi sempre si limita a uno sterile "fiume di parole"(Jalisse),
declinando il Nulla perché non è seguita da risultati.
Sicuramente l'annuncite risponde
nell'immediato al bisogno narcisistico della persona interessata. In
prospettiva però non paga. Soprattutto in politica e nei confronti della
scuola. Sicuramente ne è a conoscenza, il sistema formativo sta attraversando
un periodo di rigetto delle tante dichiarazioni rilasciate dal Ministro di
turno: Mariastella Gelmini, Profumo, Carrozza, Giannini, Valeri e Bussetti.
Buon lavoro, Ministro.
Gianfranco
Scialpi