La trasformazione della scuola in azienda ha moltiplicato gli episodi di mobbing

 

Con l’autonomia scolastica che ha trasformato la scuola in azienda, molti Dirigenti Scolastici si sono circondati di un vero e proprio Staff di docenti collaboratori nominati da loro stessi. E, spesso, queste figure si sono rivelate fruitici di privilegi, disposte a non andare troppo per il sottile pur di ritagliarsi vantaggi lavorativi e di potere. Persone decise a sbaragliare anche con ogni mezzo, chi vigila, chi critica e chi si oppone. A questo punto si sono creati altri problemi ( una specie di effetto domino) e per tentare di ridare un po’ di equilibrio alla situazione, si è pensato di avviare un nuovo tipo di contrattazione sindacale: quella di Istituto tra il Dirigente e RSU. Nonostante questo tentativo di riequilibrio chi si oppone allo staff di presidenza rischia di vivere male il proprio tempo scuola, talvolta arrivando a subire un vero e proprio mobbing lavorativo. Come difendersi ? Il codice penale non disciplina una fattispecie autonoma di reato di mobbing, per cui la regola generale è che chi subisce il mobbing (da parte del datore di lavoro o di altri colleghi) può rivolgersi alle organizzazioni sindacali o alle associazioni che tutelano i lavoratori e chiedere supporto psicologico e consigli legali. Quando, però, nella condotta (ritenuta di mobbing) ricorrono i presupposti di uno o più fattispecie penali (per esempio diffamazione, stalking, minacce e così via), la vittima può presentare una denuncia presso gli uffici delle Forze dell’Ordine.