Quando invece di risolvere il problema trasporti scolastici si parlava di rime buccali


Oggi stiamo pagando un ritardo organizzativo anti Covid, perché già da giugno si sapeva che sarebbe arrivata una seconda ondata di contagio. Ma a giugno cosa si stava facendo per reggere l’onda d’urto del nuovo contagio autunnale. Si parlava di rime buccali. Infatti, in quel periodo saltava l’obbligo di distanziare i banchi di un metro. La distanza di un metro restava, ma non più per i banchi bensì per quelle che nel piano scuola venivano definite rime buccali. In quel documento si leggeva: “Con riferimento alle indicazioni sanitarie sul distanziamento fisico, si riporta di seguito l’indicazione letterale tratta dal verbale della riunione del CTS tenutasi il giorno 22 giugno 2020: ‘Il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione’”. Pertanto si decideva che il distanziamento previsto all’interno delle classi non dovese essere di un metro tra i banchi ma di un metro tra la bocca di un alunno e la bocca di un altro alunno o di un docente.