STATE ALLA LARGA DALLA SCUOLA !


Ora tu sei la priorità assoluta, ora il destino dell'Italia è nelle tue mani, capito docente? Sei così decisivo che si potrà chiudere tutto, ma non la stanza dove trasmetti e costruisci sapere. Mi vien da ridere, amaro. Il principio è sacrosanto, peccato che non sia mai valso in tempi normali. Una battaglia ideologica, che di idee non ha nulla, tra un Governo che dice "Mo ti faccio vedere se sono capace di tenere le scuole aperte e togliermi di torno le lamentele di chi non può accudirli perché costretto a portare la pagnotta a casa, e un'Opposizione che replica solo "Incapaci". Sembrano Generali coi lecca lecca-lecca in mano che inventano mitologie sull'onore e sul coraggio di una categoria che loro stessi hanno esposto al piscio della folla, ridotti alla fame. In un mondo allucinato dove i ragazzi misurano il valore delle cose unicamente in base al denaro, lo stipendio di coloro che per folgorazione divina sono stati tramutati in Salvatori dell'universo li smaschera. Decenni a dirci che non facciamo niente, che siamo lavativi parassiti, ed ora Eroi. Eroi senza medaglie, bersaglio di rancori di chi fa altro e della scuola, della fatica che c'è dietro non sa nulla. Non ci sto a questa mitologia dell'ultima ora, a questo processo di santità troppo veloce e di convenienza. Non sapete nulla dei ragazzi, nulla del nostro mondo dentro le aule, nulla di ciò che costruiamo, nulla di ciò che è giusto e ingiusto, di ciò che vale o no. Noi siamo sempre gli stessi, sputati dalla folla, impoveriti, dimenticati. Non basta un annuncio a cambiare le vite. Avete dimenticato non solo noi, ma soprattutto i ragazzi, da decenni. Docenti e ragazzi dimenticati, e ora non rompete, non tirateci in mezzo al vostro nulla. Noi e i ragazzi sappiamo ricordarci, siamo gli unici a non dimenticarci.


Carlo Lettera