Gli studenti del liceo 'Machiavelli' di Roma scrivono al Fatto Quotidiano: Chiediamo di rimanere in DAD
Gentile redazione, siamo gli studenti del Liceo Niccolò Machiavelli di Roma. Volevamo innanzitutto lamentare la manipolazione che i media hanno portato avanti per giorni nei nostri confronti, promuovendo l’idea di studenti del tutto scontenti della didattica digitale integrata. È vero, il desiderio di tornare in presenza è autentico, ma non in queste condizioni. Il rientro nelle aule sarebbe nocivo tanto per noi ragazzi quanto per le famiglie, gli insegnanti e tutte le persone che ci circondano. Si parla della nostra necessità di socializzare, ma in fondo in presenza siamo confinati in un banco singolo senza poterci muovere, imbavagliati (giustamente) e senza poter interagire con gli altri compagni. Tra l’altro, con l’inizio della didattica in presenza al 50%, non è assicurato che tutti gli studenti attualmente colpiti dal virus possano seguire con continuità le lezioni che si svolgono a scuola.
In media, un alunno che contrae il virus, con le disposizioni attuali, perde un minimo di 54 ore di lezione frontale. Chiediamo di rimanere in didattica a distanza finché non sarà possibile tornare in una scuola che accoglie e protegge. Di questo ci siamo lamentati, non certo di aver perso tempo con la Dad: non abbiamo ore da recuperare e poi, diciamocelo, chi non vuole lavorare non lo fa a prescindere. Siamo stanchi di leggere e ascoltare idee che non abbiamo espresso!
Liceo Niccolò Machiavelli