La Scuola italiana tra DIP, DAD e DID. Cronaca di un fallimento annunciato!


“DAD o My DAD”che detto così sa molto di famiglia, casa e di quell’affetto certo e confortante del papà. Non è certo quella didattica a distanza di attualità quotidiana dallo scorso Marzo 2020. Si tratta invece, della metodologia digitale e integrata secondo cui “essere a scuola” da casa propria, in quella comfort zone fatta di calore e comodità uniche. Ci avevate pensato? Quanto lo abbiamo desiderato: non doversi alzare di buon mattino, correre a prendere il bus o sentir brontolare mamma perché regolarmente in ritardo? Il sogno di tutti!  A casa ti siedi a tavolino, accendi il computer e sei in classe: sicuramente più disponibile e meno affannato di quell’arrivo in aula ancora pieno di sonno e, diciamoci la verità, anche imbronciato: la DAD e/o DID ha risolto con il click di accensione del pc, l’annosa reale difficoltà dello stare bene a scuola, sia per gli studenti che per gli insegnanti.  Docenti e insegnanti appaiono meno stressati dalla corsa quotidiana per salire sul treno in partenza alla stazione; meno distratti dalle faccende famigliari. Certamente più predisposti a porgere la lezione in DAD senza il timore di rientrare, tra il pomeriggio e la prima serata, troppo tardi: sono già in casa.  Diciamolo con la Storia, l’istruzione dei figli dei nobili aristocratici era affidata al maestro precettore: per intenderci,  ciò che oggi si definisce homeschooling.  Dunque, la DAD nasce con la scrittura e grazie ai monaci amanuensi, i testi sacri prima e gli altri dopo, vengono diffusi e divulgati. La scrittura e la pubblicazione dei testi hanno mutato la trasmissione orale dei Saperi: lettura diretta dei testi, la loro consultazione nelle biblioteche, ed ancora gli archivi, i musei, i mass media e oggi, i social ed il web sono a distanza.  Per i giovani tra i 12 e i 25 anni, la tecnologia è qualcosa di assolutamente scontato. Telefonini e computer sono i loro strumenti di comunicazione, di divertimento e di lavoro scolastico. Ed allora qual è il focus?  La didattica in presenza e quella a distanza seguono modalità di approccio e trattazione dei contenuti completamente diverse: due modi di insegnare a velocità differenti e differenziali. È il fallimento del sistema formativo perché la Dad non sostituisce quella in presenza, nè la integra. L’innovazione didattica passa per la digitalizzazione delle metodologie di insegnamento, degli ambienti di apprendimento, alias aule, laboratori e edifici scolastici in generale.  La progettualità digitalizzata proposta e finanziata dall’UE ha dato le linee guida del modello didattico innovativo digitalizzato individuando anche, il ruolo del docente-tutor d’aula e del docente-esperto.  I nodi vengono al pettine e la Pubblica Istruzione lascia il posto all’Istruzione divisa tra gli insegnanti dell’esercito di deportati della legge 107/15 ed il contingente del precariato delle discipline e del sostegno.  Ed invece la soluzione sono i banchi a rotelle? L’ennesimo fallimento sociale di una Scuola che, così com’è non serve a nulla. Dall’analfabetismo all’alfabetizzazione delle masse, il sistema scolastico italiano è rimasto rigido.  La Scuola forma il cittadino delle generazioni future guidando gli studenti alla ricerca della propria identità e della propria responsabile autonomia.  Piuttosto che recriminare le colpe, additare gli altri, perché non si inizia a mettere in atto le indicazioni della Direttiva europea n.79/1999, con le classi di non più di 15 alunni, innalzamento della Qualità dell’offerta formativa e tanto altro? L’UE lo chiede dal 1999!!!

 

Annamaria Milano