Galimberti: non più di dodici alunni per classe e un maggior ordine emotivo

 


In un suo intervento al festival della filosofia di Modena, Umberto Galimberti ha descritto un’ipotesi di scuola del futuro con le seguenti parole: “ la scuola dovrebbe approfittare del Covid per fare investimenti strutturali che la cambino per sempre, come ridurre gli alunni per classe: non più di dodici, se davvero vuole educare i nostri giovani. Sempre più nichilisti, deprivati del futuro e indotti a vivere di notte o a drogarsi e a bere perché di giorno nessuno li riconosce. La scuola non dovrebbe avere solo l’istruzione come scopo. La mente non si apre se non si apre il cuore. Quanti di noi hanno studiato tantissimo alcune discipline grazie al fatto che avevano insegnanti affascinanti e quanti hanno studiato poco o niente perché detestavano alcuni altri professori? Perché la scuola funzioni, per prima cosa deve educare che significa riportare all’ordine emotivo e sentimentale. Altrimenti si resta a livello pulsionale. I sentimenti si imparano, sono doti culturali. Le nostre nonne ci raccontavano le storie e in quelle storie vedevano il bene e il male. Dobbiamo reintrodurre la letteratura nelle scuole, confrontarci con il suicidio, con la gioia. Se tu interiorizzi concetti come gioia, suicidio, disperazione, passione, sei educato, ed eviti di fare le cose tragiche a cui assistiamo periodicamente: che razza di società stiamo costruendo?”