A SCUOLA SI VA COME SI DEVE E NON COME CI PARE.

 


A scuola nei rapporti quotidiani capita che sul modo in cui debbano vestirsi e parlare gli alunni ci possa scappare l’incidente .Per evitare umilianti controversie e penose campagne di stampa ,considerando come si è diventati, credo che debbano essere dettate delle norme precise al riguardo.Una volta francamente non ce n’era bisogno.Però bisogna dirlo. A tanti sembra indebito che la scuola stabilisca un minimo di regole sul modo di comportarsi e anche sul modo di vestirsi .Per alcuni e forse per molti è importante solo che i giovani a scuola ci vadano e ci restino.Sinite parvulos venire ad me…E’ un’idea senz’altro accattivante,ma non credo che sia seria. La scuola è altro rispetto alla vita e lo deve essere proprio per preparare alla vita;una realtà che deve avere le proprie regole:quelle che sembrano essere le più efficaci per mantenere le promesse che fa a chiunque entri dal suo portone d’ingresso .Si dice in chiesa con i santi e in taverna con i briganti.Si potrebbe citare Machiavelli che cambiava abito,quando si metteva a leggere e a scrivere.Questa condiscendenza,ai limiti dell’irresponsabilità, non aiuta i giovani.Credo che se a scuola trovassero insegnanti capaci di fargli assaggiare giorno per giorno il sapore del sapere,i ragazzi a scuola ci andrebbero volentieri anche con giacca e cravatta.L'alterità delle regole della scuola rispetto a quelle della famiglia e del gruppo dei pari è condizione per collocarsi nel migliore dei modi rispetto alla responsabilità individuale di crescere e di imparare.Quand'ero in servizio,ma erano altri tempi, non dettavo regole sull'abbigliamento,anche perché pensavo e credevo che i genitori ci tenessero a insegnare le buone maniere ai propri figlioli e che li osservassero bene e come si deve prima di vederli uscire da casa per andare a scuola.Esercitavo,però, l’ironia su qualche eccesso degli alunni e anche degli/delle insegnanti.Si toglievano subito il piacere di stupire con le stranezze piuttosto che con l'impegno e con i risultati.Non so se oggi funzionerebbe e quando succedono fatti come quelli del liceo romano ,ringrazio il Padreterno di essere in pensione. A distanza di tempo incontro spesso gli alunni che diventati,ormai, genitori mi ringraziano per le scelte che allora facevo da preside.Perchè ,prima o poi, anche gli studenti scapestrati diventano grandi e capiscono il senso di quello che prima non volevano accettare.