UN MINISTRO IRRESPONSABILE


Dopo le competenze non cognitive, probabilmente pensate per la ciurma dei ragazzi indisposti a seguire le buone regole e che vanno portati alla docilità e al savoir faire,al Ministro della P.I. è sembrato opportuno proporre per i pargoli ,ben nati,il ritorno a qualche rudimento di latino.Un modo come un altro ,visto che forse sarebbero le singole scuole a poterlo introdurre,per creare nette e visibili differenze sociali tra di esse. Va da sé che la confluenza nelle scuole con il latino sarà condizionata dallo status sociale e culturale delle famiglie in grado di sostenere i ragazzi in un percorso che presenterebbe un ostacolo di natura socio-linguistico,per tantissimi insuperabile-Eravamo rimasti dopo i piagnistei per i risultati INVALSI che bisognava con forza ed urgenza porre riparo al netto svantaggio linguistico di moltitudini di bambini ed ora ,a sorpresa, un ministro campato in aria se ne esce con il capriccio di reintrodurre il latino,dove era stato giudiziosamente tolto,che finirebbe per rendere più grave la situazione . “Il successo scolastico dipende in larga misura dalla capacità verbale, a sua volta correlata positivamente con lo status sociale medio alto”.(Basil Bernstein)”Basta avere qualche anno di esperienza di insegnamento nelle medie e nel biennio per sapere che l’affermazione del sociologo inglese è verità sacrosanta e che questa insensata condiscendenza alle fisime di certo culturame finirebbe per creare solo la segregazione sociale tre le scuole e nelle scuole tra le varie classi.Finirebbe per rendere duraturi gli svantaggi linguistici di una porzione rilevante della popolazione scolastica.Finirebbe per aggravare la dispersione scolastica.“ In Italia (e per rimanere fra i cittadini italiani, escludendo almeno per il momento la complessa tematica dell’immigrazione, che coinvolge anche ben altri problemi) è linguisticamente svantaggiato chi ha come varietà nativa un dialetto, o una lingua di minoranza, o l’italiano popolare, e contemporaneamente non possiede un ventaglio di varietà funzionali contestuali tali da metterlo in grado di usare la lingua per realizzare un’ampia gamma di compiti, specie sul versante formale e dell’uso intellettuale della lingua (in particolare, ci interesseranno le funzioni che in generale si possono chiamare ideazionali, espositive, argomentative, che sono centrali per la scuola e per la partecipazione almeno a livello medio alla vita sociale e culturale: da questo singolo punto di vista, si potrebbe ben sostenere che, un compito fondamentale dell’educazione linguistica è quello di far imparare a fare con la lingua, in produzione e in ricezione, quello che non si sa già fare nell’ambiente extrascolastico quotidiano). (Gaetano Berruto)

Questo bisogna fare e non introdurre il latino.Un’idea a dir poco sciagurata

Rosario Giunta