SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UNA EDUCAZIONE BUONA


1)La scuola è un luogo strano dove chi sa,fa le domande a chi non sa.Non sarebbe meglio il contrario?L'alunno pone le domande e l'insegnante cerca di rispondere.Sarebbe la scuola ideale:alunni che hanno desiderio di apprendere e di capire e docenti che sanno e vogliono ascoltare .Ogni lezione dovrebbe essere una risposta ad una domanda(Dewey).

2)"Il professore insegna a tutti la stessa cosa;il maestro annuncia a ciascuno una verità particolare"(B.Rey):L'insegnamento ex-cathedra conosce l'argomento e spesso misconosce la persona che ascolta e che è tenuta ad ascoltare.Senza conversazione,senza il faccia a faccia,la contiguità emotiva, il rapporto educativo non decolla ,intristisce nel reticolo delle procedure e degli obblighi professionali.L'alunno deve sentire la prossimità umana ,la passione, la partecipazione dell'insegnante nel suo faticoso percorso di crescita e di apprendimento.Una scuola a misura di ciascuno non è possibile ,ma nobilita tutto l'impegno per farne un dovere professionale.

3)Una scuola non è un azienda:bisogna smetterla di farne un metro di paragone ,di assumerne cultura e valori e di farla finita con l'accanimento docimologico e metodologico che ne è derivato.Gli alunni non si possono programmare come la produzione dei pezzi di ricambio. Per accendere il desiderio di apprendere bisogna recuperare la dimensione esistenziale del crescere nel sapere:"fatti non foste per viver come bruti/ma per seguir vertute e canoscenza"(Dante).Bisogna fare rientrare la didattica in una condivisibile filosofia dell'educazione,se si vuole dare un senso e un orientamento alla nostra presenza accanto ai giovani.

4)I giovani con la loro "estraneità"ai codici e alle tradizioni del sistema scuola ci sfidano e ci impegnano a trovare le ragioni dell'esistenza e delle finalità del sistema di istruzione e formazione;ci interpellano con i loro problemi,con la loro inquietudine,con la loro avversione,con la loro opacità.Pongono problemi di senso ,di motivazione,di prospettiva:troppo grandi e spesso inafferrabili per la scuola e gli insegnanti,se vengono lasciati soli o peggio ancora se sono fatti oggetto di campagne mediatiche di denigrazione.

5)La motivazione ad apprendere è diventato un problema di prima grandezza nella nostra società.Per dargli una soluzione bisognerebbe che nella società si aprisse una lotta aperta e vigorosa contro la svalorizzazione del sapere ,contro gli scandali permanenti degli incompetenti al potere, contro le pratiche diffuse e offensive di nepotismo e di clientelismo nelle assunzioni, contro gli arricchimenti facili e cospicui derivanti da ogni tipo di illegalità, contro il ciarpame di un edonismo volgare promosso dai media ai danni della serietà ,dell'impegno e dello spirito di sacrificio.

6)Nel problema della motivazione ci sono anche aspetti didattici e pedagogici.Credo che la soluzione consista nel dare "senso" ai saperi e nel dare spazio al protagonismo dei giovani nei processi di apprendimento.Bisogna passare da una pedagogia della sottomissione e dell'obbedienza,ad una pedagogia della libertà,dell'autonomia intellettuale;da una pedagogia della risposta ad una pedagogia della domanda."La classe dovrebbe essere il luogo dove la verità della parola non è relativa allo status di chi la pronuncia"(B.Rey).

7)L'educazione è fondamentale per lo sviluppo dell'uomo(Kant) e proprio per questo diventa un diritto inalienabile;ma è anche un elemento fondamentale per la costruzione della democrazia.(Dewey)


Raimondo Giunta