Sembra incredibile, ma nel Bel Paese, mentre i nostri studenti inseguono l'ultimo trend su TikTok, le aule cadono a pezzi. Muri scrostati che raccontano storie di muffa e infiltrazioni, banchi che hanno visto passare generazioni di alunni e che ormai gemono sotto il peso degli zaini XXL, lavagne interattive che fanno più "non interattive" che altro. E la digitalizzazione tanto sbandierata? Spesso si traduce in connessioni internet che vanno più lente di una lumaca in salita e in LIM che prendono polvere in un angolo.
Ma il vero scandalo, cari lettori, si annida tra i corridoi e le chat di classe. Docenti che, invece di spiegare la Divina Commedia, dispensano like sui social, trasformando la cattedra in un trampolino di lancio per carriere da influencer mancate. E poi ci sono le "mamme agguerrite", pronte a scendere in campo armate di messaggi vocali al vetriolo per difendere il pargolo da un'insufficienza, manco stesse combattendo contro Annibale alle porte di Roma.
L'incubo dei concorsi e la fuga dei cervelli
E che dire poi della giungla dei concorsi per diventare insegnanti? Anni di attesa, graduatorie infinite, prove cervellotiche che sembrano più un quiz di cultura generale che una verifica delle competenze didattiche. Risultato? Cattedre spesso occupate da supplenti precari, eroi silenziosi che mandano avanti la baracca con passione e pochi spiccioli, mentre i giovani laureati, i veri talenti, scappano all'estero in cerca di riconoscimento e stipendi decenti. Un vero e proprio esodo di cervelli che impoverisce il futuro della nostra nazione.
Gite scolastiche da incubo e genitori "tutto incluso"
Capitolo a parte meritano le gite scolastiche. Un tempo occasione di crescita e divertimento, oggi spesso si trasformano in costose "vacanze di lusso" con hotel a quattro stelle e attività extra che fanno lievitare i costi, escludendo di fatto le famiglie meno abbienti. E guai a non accontentare le richieste dei genitori "tutto incluso", pronti a minacciare ricorsi al TAR se il figlio non ha la stanza con vista mare.
Insomma, la scuola italiana è un vaso di Pandora pieno di contraddizioni, dove la passione di tanti si scontra con la burocrazia elefantiaca, la mancanza di investimenti e, diciamocelo chiaramente, anche con un pizzico di "italica furbizia". Ma in fondo, diciamocelo sottovoce, non è forse questo il fascino un po' decadente del nostro sistema scolastico? Un caos organizzato che, nonostante tutto, continua a sfornare menti brillanti, capaci di destreggiarsi tra le mille insidie del Bel Paese.