Prima del tentativo di togliersi la vita l’insegnante campano, 65enne, ha scritto una lettera indirizzata alla Premier Meloni e ha espresso il desiderio di incontrarla. Il quotidiano Il Roma ha pubblicato il testo della missiva:
“Gentile Presidente,
Le scrivo con profondo rispetto e
autentico pentimento per quanto accaduto. In questi giorni ho avuto modo di
riflettere profondamente sul gesto che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in
particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun
modo. Il post oggetto delle polemiche, poi rimosso, è stato un grave errore,
che ora sento tutto il peso di dover riconoscere. Non c’è giustificazione
possibile per le parole scritte.
Mi assumo ogni responsabilità per
l’accaduto, anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di
augurare la morte a una bambina, né a chiunque altro. È stata una frase
infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta come uomo né come
educatore. Sono un insegnante da molti anni, e sebbene mi sia sempre espresso
con chiarezza sulle mie convinzioni politiche, non ho mai permesso che queste
influenzassero il mio ruolo in aula.
Vivo con mia madre, anziana e malata, con
cui condivido l’unica fonte di sostentamento, e sto attraversando un momento
molto difficile della mia vita. Ma so bene che nulla di tutto ciò può
cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il
rispetto possono servire, ora.
Chiedo pubblicamente scusa a Lei e a sua
figlia. Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire
guardandola negli occhi. Lo chiedo da uomo, da cittadino, e da educatore.
Perché credo ancora che nella vita si possa sbagliare, ma che la dignità
consista nel riconoscere il proprio errore e impegnarsi a non ripeterlo mai
più”.