Contratto Istruzione, Università e Ricerca 2022-2024: auspicato un aumento stipendiale di 500 euro

 



Messina, 8 luglio 2025 – Il rinnovo del contratto 2022-2024 per il personale dei settori Istruzione, Università e Ricerca resta un nodo cruciale e di difficile scioglimento. Con oltre 1 milione e 300 mila lavoratori ancora in attesa di un accordo, l'attenzione si sposta sul prossimo incontro tra i sindacati rappresentativi e l'ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), fissato per mercoledì 16 luglio alle ore 11.

L'intenzione di tutte le parti è chiara: raggiungere un'intesa. Tuttavia, la trattativa, che ormai da tempo fatica a decollare, ha lasciato un vuoto contrattuale significativo per una vasta platea di professionisti che operano in settori vitali per il Paese.

Il confronto imminente sarà l'occasione per i sindacati di ribadire l'importanza di alcuni punti ritenuti imprescindibili per il buon esito delle negoziazioni. L'obiettivo è quello di includere queste richieste nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), garantendo così condizioni adeguate e risposte concrete alle esigenze dei lavoratori.

In questo contesto, il network Regolarità e Trasparenza nella Scuola si unisce al coro delle richieste, auspicando un aumento stipendiale di 500 euro, una proposta già contenuta nel "decalogo sulla scuola" del Professor Aldo Domenico Ficara. Questa richiesta sottolinea l'urgenza di riconoscere il valore e la professionalità del personale, garantendo una retribuzione più equa e in linea con le responsabilità assunte.

La posta in gioco è alta. Il rinnovo del contratto non riguarda solo aspetti economici, ma anche normativi, e incide direttamente sulla qualità del lavoro e sui servizi offerti nei settori dell'istruzione, dell'università e della ricerca, fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico dell'Italia.

Si attende con speranza che il prossimo incontro all'ARAN possa finalmente sbloccare la situazione e portare a una risoluzione positiva, garantendo ai lavoratori la dignità contrattuale che meritano.