Come cittadino e come accademico impegnato nella diffusione del sapere e nella difesa dei valori democratici, sento il dovere di esprimere la mia più ferma solidarietà alla Gazzetta del Sud e al suo Comitato di Redazione di fronte ai recenti, inaccettabili attacchi. Il giornalismo ha il compito irrinunciabile di informare i cittadini su fatti di interesse pubblico, e la vicenda dei finanziamenti a un partito politico rientra pienamente in questo ambito.
L'insinuazione di una "regia
politica" dietro gli articoli della Gazzetta del Sud è un'accusa che non
solo manca di fondamento, ma rivela anche una preoccupante insofferenza verso
il controllo democratico esercitato dalla stampa. I giornalisti hanno il
diritto e il dovere di indagare, di porre domande e di riportare i fatti, anche
quando questi possono risultare scomodi o sgraditi a chi detiene il potere.
Respingere con forza queste insinuazioni non è solo un atto di difesa della
testata, ma di salvaguardia del principio stesso di libertà di stampa,
pilastro insostituibile di ogni società civile.
È altresì deplorevole che nessun esponente
politico presente nel momento degli attacchi verbali alla testata giornalistica messinese abbia sentito il bisogno
di dissociarsi da affermazioni così gravi. Il silenzio, in questi casi, può
essere interpretato come un'implicita acquiescenza, e questo è un segnale
preoccupante per la salute del dibattito pubblico e per il rispetto delle
istituzioni.
Il lavoro quotidiano dei redattori della
Gazzetta del Sud, come di ogni testata seria, è basato sulla ricerca della
verità e sulla correttezza dell'informazione. Le intimidazioni, di qualsiasi
natura esse siano, non devono e non potranno mai fermare questo impegno. Anzi,
episodi come questi rafforzano la necessità di una vigilanza costante e di una
difesa intransigente del diritto di cronaca.
Esprimo quindi la mia piena solidarietà ai
giornalisti della Gazzetta del Sud, incoraggiandoli a proseguire con la stessa
integrità e professionalità il loro fondamentale lavoro al servizio della
comunità.
Prof. Aldo Domenico Ficara