Gli inseganti italiani guadagnano in media 32.306 euro lordi all'anno, oltre 2500 euro al mese


Un recente rapporto congiunto di Indire ed Eurydice mette in luce una marcata e preoccupante disuguaglianza salariale all'interno del sistema educativo italiano. Mentre i dirigenti scolastici della scuola secondaria di primo e secondo grado godono di retribuzioni tra le più alte a livello europeo, i docenti italiani si trovano all'estremità opposta della classifica, con stipendi tra i più bassi del continente.

Il report rivela che un dirigente scolastico in Italia percepisce in media un salario lordo annuo di 82.272 euro. Questo dato lo colloca ben al di sopra della media europea e pone la figura del preside italiano tra le meglio retribuite del settore in Europa.

Contrariamente, un docente della scuola secondaria di primo e secondo grado percepisce . Questa cifra, oltre a essere notevolmente inferiore rispetto a quella dei dirigenti, è una delle più basse registrate nel confronto con gli altri Paesi europei, posizionando l'Italia nella parte inferiore delle classifiche continentali.

Il divario tra le due figure è reso ancora più evidente da un'analisi più dettagliata del rapporto: lo stipendio minimo di un dirigente scolastico è più del doppio di quello di un docente con ben 15 anni di anzianità.

Questo scarto salariale, unico nel suo genere, solleva interrogativi sulla distribuzione delle risorse e sull'equità del sistema educativo italiano. Mentre si riconosce l'importanza e le responsabilità del ruolo dirigenziale, il basso riconoscimento economico dei docenti rischia di svalutare la professione e di non attrarre talenti nel settore. La discrepanza tra le due retribuzioni non è solo un dato numerico, ma un indicatore di priorità e valorizzazione, che nel contesto italiano sembra pendere in modo sbilanciato a favore della gestione e a discapito della didattica.


Le possibili conseguenze

Questa evidente disparità salariale può avere un impatto profondo sulla qualità dell'insegnamento e sul morale degli educatori. Docenti sottopagati e poco valorizzati potrebbero perdere la motivazione, con conseguenze dirette sull'efficacia del loro lavoro. Inoltre, la mancanza di una retribuzione competitiva rende la professione meno appetibile per le nuove generazioni, creando un ostacolo per il ricambio generazionale e l'innovazione nel settore educativo.

Il rapporto di Indire/Eurydice non è solo una fotografia dello status quo, ma un monito. È un invito a riflettere su come riequilibrare un sistema che, sebbene riconosca economicamente il ruolo di guida, non sembra fare altrettanto con chi è in prima linea ogni giorno per formare le future generazioni.