Egregio Ministro Giuseppe Valditara,
Le scrivo nuovamente, questa volta non per sollecitarLa a un'azione, ma per esprimerLe un sincero e profondo ringraziamento. In seguito al caso dello studente Gianmaria F. e alla discussione accesa che ne è scaturita, la Sua pronta risposta e l'annunciata revisione della normativa sulla Maturità rappresentano un segnale forte e incoraggiante.
La vicenda ha messo in luce una falla nel sistema, un "escamotage" che, come abbiamo avuto modo di constatare, mina l'integrità dell'esame di Stato. L'atto di rifiutare una prova fondamentale come il colloquio orale, pur essendo garantiti i crediti e il punteggio degli scritti, ha sollevato questioni cruciali non solo sulla valutazione, ma anche sul valore etico e formativo della scuola. L'esame di Maturità non deve essere ridotto a una mera somma di punteggi, ma deve rimanere un momento di crescita, un rito di passaggio che richiede il pieno rispetto delle regole, la capacità di confrontarsi e di affrontare le sfide.
La Sua decisione di intervenire tempestivamente dimostra una reale attenzione alle problematiche del mondo della scuola e un'efficace capacità di ascolto. È un segnale che il Ministero è pronto a rispondere con rapidità e concretezza quando i principi fondamentali dell'istruzione vengono messi in discussione. Modificare le norme per rendere il colloquio orale una componente imprescindibile per il superamento dell'esame non è solo una correzione tecnica, ma un'affermazione di valori: il rispetto per il processo di apprendimento, per il lavoro dei docenti e per l'impegno di tutti gli studenti.
Con la Sua azione, ha contribuito a ribadire che la scuola è un luogo di formazione completa, dove non si apprendono solo nozioni, ma anche la disciplina, il confronto e il rispetto delle regole. Speriamo che questa riforma possa prevenire futuri casi di emulazione e che possa consolidare il ruolo della Maturità come culmine significativo e insostituibile del percorso scolastico.
La ringrazio ancora per la Sua sensibilità e la Sua prontezza.
Con i migliori saluti,
Prof. Aldo Domenico Ficara