Offendere chi insegna è offendere la conoscenza

 


Il caso del Prof. Ing. Aldo Domenico Ficara e la polemica sul Ponte

“Chi sa fare, fa; chi non sa fare, insegna”. Con questa frase, riesumata da un vecchio proverbio di dubbia origine, uno studio ingegneristico messinese ha tentato di liquidare le critiche del Prof. Ing. Aldo Domenico Ficara al progetto del Ponte sullo Stretto. Un attacco tanto sbrigativo quanto superficiale.

Perché se c’è una certezza, è che senza chi insegna, non esiste chi fa.
Ogni ingegnere, ogni architetto, ogni tecnico che oggi si sente titolato a progettare il futuro, è il frutto di un insegnamento ricevuto. Screditare l’attività di chi dedica la vita alla formazione significa rinnegare le proprie radici professionali.

Il Prof. Ficara non è un improvvisato. È un docente, un formatore, un ingegnere che ha scelto di mettere il sapere al servizio degli altri. E questo fa paura a chi preferisce ridurre il Ponte a slogan, senza affrontarne i rischi concreti: dall’impatto ambientale ai costi lievitanti, fino alle fragilità strutturali in uno scenario geopolitico sempre più instabile.

E allora il punto è chiaro: non si attacca un uomo, ma si attacca un ruolo.
Il ruolo di chi costruisce coscienze critiche, di chi trasmette strumenti di analisi, di chi forma i professionisti di domani. Insegnare non è il rifugio di chi “non sa fare”, ma l’atto più alto di responsabilità civile.

Chi deride gli insegnanti dimentica che il sapere non è mai neutro: può costruire ponti o demolire illusioni.
E oggi, più che mai, servono voci come quella del Prof. Ficara, che abbiano il coraggio di dire che il progresso non si misura solo in metri di acciaio e cemento, ma nella capacità di valutare, discutere e, se serve, dire di no.

La redazione di RTS