Nel vivace e talvolta acceso dibattito che si consuma sui social network attorno alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, un intervento ha catturato l'attenzione e ha sollevato un'onda di riflessione. Sul profilo Facebook del Prof. Aldo Domenico Ficara, noto coordinatore del movimento "No Progetto Ponte", il botta e risposta tra sostenitori e oppositori dell'opera ha visto l'ingresso di un commento inaspettato e di grande peso: quello del maestro Enzo Migneco, in arte Togo.
A fronte dell'ennesima provocazione di un cittadino favorevole al Ponte, Togo ha scelto di non usare parole, ma un messaggio sintetico e potente: tre punti interrogativi (???). Un'espressione apparentemente minimalista, ma che racchiude una critica profonda e autorevole, che va ben oltre il dibattito politico ed economico. Quei tre interrogativi, per un artista di tale calibro, simboleggiano una difesa artistica del paesaggio, una domanda aperta sul destino di un'area naturale e culturale che, a suo avviso, non dovrebbe essere deturpata da un'opera così invasiva.
Enzo Migneco, in arte Togo: Un'eredità artistica di prestigio
La forza del suo intervento risiede nel suo background e nella sua rilevanza nel panorama artistico. Nato a Milano nel 1937, Enzo Migneco ha legato gran parte della sua vita e della sua produzione artistica alla Sicilia e a Messina, città che lo ha accolto in gioventù e che ha ispirato molte delle sue opere. Membro di una famiglia di artisti (lo zio Giuseppe Migneco fu un celebre pittore), ha affinato la sua formazione all'Istituto Superiore d'Arte di Palermo prima di trasferirsi a Milano, un centro nevralgico per la cultura italiana.
Togo è un artista di fama nazionale e internazionale, le cui opere sono state esposte in oltre duecento mostre personali in gallerie prestigiose in Italia e all'estero, da New York a Ginevra, da Praga a Edimburgo. Il suo stile, spesso definito "Espressionismo Mediterraneo", si distingue per un uso intenso e fuori dagli schemi del colore, che restituisce l'essenza di un paesaggio vibrante e carico di storia. Un'opera emblematica come "Cariddi" del 1989, un olio su tela che evoca l'atmosfera dello Stretto di Messina, mostra già la sua sensibilità per questo territorio e la sua profonda connessione con la sua identità.
La sua carriera è stata costellata di riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio Antonello Da Messina nel 2000. Il suo intervento nel dibattito sul Ponte, seppur breve, acquisisce quindi un valore simbolico notevole: non è solo la posizione di un cittadino, ma la voce autorevole di un artista che ha dedicato la sua vita a catturare e valorizzare la bellezza di quei luoghi, e che ora si interroga sul loro futuro.
I tre punti interrogativi di Togo non sono una semplice provocazione, ma una dichiarazione d'intenti che sottolinea l'importanza di difendere il valore estetico e storico del paesaggio dello Stretto di Messina, un patrimonio che l'arte ha sempre celebrato e che, secondo lui, merita di essere preservato.
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