Sintesi del rilievo della Corte dei Conti sulla delibera CIPESS n. 41/2025 (ponte sullo Stretto di Messina):



Osservazioni generali

  • La delibera appare più come una ricognizione di atti e passaggi procedimentali che come una valutazione critica e motivata degli esiti istruttori, pur avendo natura costitutiva che richiederebbe una motivazione rafforzata.

  • Viene richiesto un maggior approfondimento motivazionale e documentale.


Aspetti procedurali

  1. Trasmissione atti: chiarimenti sul fatto che alcuni documenti siano stati inviati tramite link al sito della società concessionaria, senza prova della loro acquisizione formale da parte del MIT e del CIPESS.

  2. Condizione sospensiva: perplessità sulla previsione che subordina l’efficacia della delibera anche alla registrazione del decreto interministeriale MIT/MEF (terzo atto aggiuntivo alla convenzione). Si contesta la gestione parallela dei controlli e la tardiva trasmissione del decreto (adottato il 1° agosto, inviato solo l’11 settembre).

  3. Delibera IROPI (Consiglio dei ministri, 9 aprile 2025): richiesta chiarimenti sulla mancata sottoposizione a controllo preventivo, sulla compatibilità con la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e sulle interlocuzioni con la Commissione europea.

  4. NARS e ART: mancata acquisizione preventiva del parere del Nucleo di consulenza (NARS) e mancato coinvolgimento dell’Autorità di regolazione dei trasporti; richiesta chiarimenti anche sulla classificazione della rete come “strada extraurbana di categoria B”.


Progetto definitivo

  • Approvato il progetto del 2011 e gli aggiornamenti del 2024, ma molte prescrizioni CIPE 2003 risultano non del tutto ottemperate.

  • Mancano in atti pareri fondamentali, tra cui quello del Consiglio superiore dei lavori pubblici (1997).

  • Necessario chiarire il rispetto dell’art. 93 del Codice dei contratti (d.lgs. 163/2006).


Prescrizioni e oneri

  • Chiarimenti sulla quantificazione economica delle prescrizioni derivanti da VIA, conferenze di servizi e Comitato scientifico, distinguendo cosa ricade sul definitivo e sull’esecutivo.


Piano economico e finanziario

  • Ripresa contratto originario: servono chiarimenti sui requisiti del contraente generale e dei consulenti (PMC, monitoraggio ambientale).

  • Quadro economico: richieste spiegazioni su vari disallineamenti e incrementi di costi (sicurezza, ingegneria, immobili, opere compensative, oneri ambientali e culturali).

  • KPMG: differenza tra l’importo asseverato (10,48 mld) e quello approvato dal CIPESS (10,50 mld). Richiesta documentazione sulle interlocuzioni con MIT e concessionario.

  • Stime di traffico: chiarimenti sulla scelta di TPlan Consulting e sulla solidità dello studio utilizzato per il PEF.


Normativa europea

  • Richieste verifiche sul rispetto della direttiva appalti 2014/24/UE (art. 72) e aggiornamenti sull’interlocuzione con la Commissione europea.


Conclusione

La Corte dei Conti evidenzia carenze motivazionali, documentali e procedurali e chiede chiarimenti su:

  • correttezza dell’iter (atti mancanti, controlli preventivi, pareri non acquisiti),

  • congruità economica e finanziaria,

  • rispetto della normativa europea, in particolare ambientale e sugli appalti.

L’Amministrazione ha 20 giorni per rispondere, pena decisione “allo stato degli atti” o possibilità di ritiro in autotutela.