La “tassa Brunetta”: cosa cambia per docenti e personale ATA in caso di malattia


La cosiddetta “tassa Brunetta” continua a far discutere nel mondo della scuola. Si tratta di una trattenuta economica applicata ai dipendenti pubblici – e quindi anche a docenti e personale ATA – nei primi dieci giorni di assenza per malattia. Introdotta con l’articolo 71 del Decreto Legge 112/2008, poi convertito nella Legge 133/2008, porta il nome dell’allora ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, promotore del provvedimento.

In cosa consiste la decurtazione

Nel concreto, durante i primi 10 giorni di malattia, i lavoratori della scuola non percepiscono alcune voci accessorie dello stipendio, pur mantenendo lo stipendio base.
La misura era stata pensata per scoraggiare le assenze brevi e frequenti, ma nel tempo è stata criticata perché penalizza anche chi si ammala realmente.

Le voci soggette a decurtazione sono:

  • Retribuzione Professionale Docenti (RPD) per gli insegnanti;

  • Compenso Individuale Accessorio (CIA) per il personale ATA;

  • Ore eccedenti su spezzoni di cattedra (codice NoiPA 692).

Cosa resta invece invariato

Non subiscono tagli, e quindi restano pienamente riconosciute, le seguenti componenti del trattamento economico:

  • lo stipendio tabellare base;

  • l’indennità di vacanza contrattuale;

  • le ore eccedenti istituzionali;

  • le ore alternative alla religione cattolica.

Le critiche del personale scolastico

La trattenuta, definita “ingiusta e penalizzante” da diversi sindacati del comparto istruzione, viene vista come una forma di “tassa sulla malattia” che colpisce i lavoratori anche in condizioni di fragilità fisica.
Molti operatori della scuola lamentano che la norma non tenga conto delle specificità del lavoro educativo, dove il contatto diretto con gli studenti espone docenti e ATA a un rischio maggiore di contagio rispetto ad altri settori.

Una norma ancora in vigore

Nonostante i numerosi appelli per la sua abolizione o revisione, la trattenuta Brunetta è tuttora in vigore. Ogni episodio di malattia, anche se di pochi giorni, riattiva la decurtazione per i primi dieci giorni di assenza, indipendentemente dal numero complessivo di giornate di malattia nell’anno.

Verso una revisione del sistema?

Negli ultimi anni alcune forze politiche e sindacali hanno sollecitato il Governo a rivedere la norma, ritenuta ormai anacronistica e incoerente con la valorizzazione del personale della scuola prevista dal PNRR e dai nuovi contratti collettivi.
L’auspicio è che si possa arrivare a un modello di tutela più equo, capace di distinguere tra assenteismo e reale stato di malattia, nel rispetto della dignità dei lavoratori pubblici.