Risposta al consigliere comunale di Messina


Capisco l’indignazione, ma è importante distinguere tra una posizione critica su un’opera infrastrutturale specifica — il progetto del Ponte — e una riflessione più ampia e profonda sulla condizione culturale e sociale di Messina.

Essere contrari a questo progetto del Ponte non significa essere contrari al futuro della città. Significa, piuttosto, ritenere che il futuro non possa ridursi a un solo progetto ingegneristico, ma debba fondarsi su una visione complessiva, culturale, civile ed economica.

Da tecnico e da cittadino, esprimo ( Vedi l'articolo pubblicato su Il Cittadino di Messina ) una preoccupazione che va ben oltre le infrastrutture materiali: denuncia la perdita di fiducia, l’impoverimento del tessuto sociale, la rassegnazione che da anni corrode la vitalità messinese. È un richiamo alla coscienza collettiva, non una battaglia ideologica.

Essere No Progetto Ponte non equivale a essere No Futuro. Si può, anzi, si deve voler bene a Messina e pretendere per essa un modello di sviluppo sostenibile, coerente, umano. Si può criticare la grande opera e, nello stesso tempo, soffrire per lo spopolamento e per l’anemia culturale della città. Le due cose non solo non si escludono, ma spesso nascono dalla stessa radice: la volontà di cercare un futuro diverso, più autentico, più adatto alla nostra realtà.

Chi si interroga sulle cause del declino non è un nemico di Messina, ma un alleato della sua rinascita.
E forse è proprio da questo confronto franco — tra visioni differenti ma animate dall’amore per la città — che potrà nascere una nuova fiducia nel domani.

Prof. Aldo Domenico Ficara