Nel mondo della scuola si lavora a un piano complessivo di crescita economica e di welfare destinato alle figure professionali del comparto istruzione. Dopo anni di attesa e di contrattazioni complesse, il rinnovo del contratto collettivo nazionale rappresenta un passo importante per il riconoscimento del valore del personale scolastico, troppo spesso lasciato ai margini delle politiche retributive pubbliche.
Rinnovo contrattuale: aumenti medi di 140 euro lordi
Il nuovo accordo in discussione prevede aumenti medi di circa 140 euro lordi mensili per insegnanti e personale ATA.
Un incremento che, pur segnando un miglioramento rispetto agli ultimi anni, non colma ancora il divario rispetto ad altri settori della Pubblica Amministrazione e ai colleghi europei.
Molti osservatori sottolineano come si tratti di un passo nella giusta direzione, ma ancora insufficiente a garantire un reale adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita e all’inflazione. In particolare, le figure amministrative e tecniche — pilastri del funzionamento delle scuole — restano in attesa di una valorizzazione economica più incisiva.
Le misure di welfare: trasporti, convenzioni e servizi
Parallelamente agli interventi economici diretti, il piano prevede una serie di agevolazioni e convenzioni pensate per migliorare la qualità della vita dei lavoratori del settore scolastico.
Sono già attivi sconti tra il 10% e il 30% su viaggi con Trenitalia, Italo e ITA Airways, oltre a convenzioni con il comparto agroalimentare e servizi bancari agevolati per mutui e prestiti personali.
Si tratta di iniziative che vanno nella direzione di un welfare integrato, volto a riconoscere e sostenere concretamente il lavoro quotidiano di chi garantisce il funzionamento della scuola pubblica, non solo dentro le aule ma anche negli uffici e nei laboratori.
Un segnale positivo, ma serve una visione di lungo periodo
Le misure in atto rappresentano un segnale positivo di attenzione verso il personale scolastico, ma per molti esperti e rappresentanze sindacali non basta.
Serve una strategia di lungo periodo che leghi il miglioramento salariale a una riforma strutturale del sistema scolastico, che valorizzi le professionalità, investa nella formazione continua e riconosca il ruolo centrale della scuola come motore di coesione sociale e sviluppo del Paese.
Solo così il piano di crescita potrà trasformarsi da intervento temporaneo a politica stabile di valorizzazione del capitale umano su cui si fonda l’istruzione italiana.