CRONACHE DI UN ALTRO QUOTIDIANO ORDINARIO DISASTRO

di Giancarlo Memmo


Torno dal LIDL, hard discount sempre più frequentato, ho parlato con uno che ha acquistato 16 bottiglie di olio di colza e aveva solo quelle (in offerta mi pare a 0,69 euro) e lo faccio passare avanti. Sguardo sveglio mi aspetta fuori, è un giovane imprenditore edile, impresa familiare, e che fa?....mette nel serbatoio del furgone le bottiglie di olio di colza!!! E mi dice: sai il gasolio qui arriva a 1,8 euro. ... questo va benissimo!!!! Tu pensa con mio fratello, mi dice il giovane imprenditore, abbiamo finito un lavoro da 65.000 euro, credimi ne abbiamo 55.000 di spese, siamo in pista da giugno e quindi...adesso uso l'olio di colza al posto del gasolio e presto smetto di lavorare, perchè mi conviene fare L'INTERMEDIARIO DI LAVORI, guadagno meno, ma non ho spese..

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Non posso astenermi da fare questa amara riflessione:
secondo me la situazione sta precipitando velocemente (che ne pensi Bersani e Monti).
Nella Scuola abbiamo iniziato o meglio abbiamo dato il colpo di grazia a una situazione ormai comatosa, con il saggio della preselettiva per ds (che ricordo doveva contenere meno errori della analoga procedura per il passaggio di profilo riservato agli ATA: già zeppo di errori e approssimazioni...il seguito lo conoscete bene) e poi non ci siamo piu' fermati... per cui stiamo letteralmente IMPLODENDO e temo molto per le elezioni politiche perchè non credo che qualunque verdetto popolare potrebbe essere accettato dalla casta.
E' EVIDENTE CHE COME NON C'è NESSUN RITEGNO NELLE PROCEDURE SCOLASTICHE, NEL RESTO DELLA SOCIETA' LE COSE VANNO ANCHE PEGGIO...il che è tutto dire.
La casta ha perso ogni contatto con la realtà sociale e dei luoghi di lavoro e pensa solo a salvarsi..patrimoni compresi, soprattutto quelli (speriamo che qualcuno qualche giorno ci darà la mappa completa delle fondazioni, in special modo quelle bancarie e politiche ad personam..).

Siamo agli sgoccioli: è agghiacciante sentire parlare i "sindacalisti", i "politici" e i "tecnici", al meeting di Rimini, ormai mi ricordano il ministro della comunicazione iraqueno, quando diceva che infliggeva grandi perdite alle truppe americane, e intanto la telecamera riprendeva nello sfondo alle spalle dell'intervista sulla terrazza del palazzo dei giornalisti di Bagdad, la caduta della statua di S. Hussein a opera delle gru e dei carro armati delle truppe americane: entravano nella città, ironia della sorte, contemporaneamente all’intervista di regime.
Ormai era un classico che la nomenklatura anche di fronte all’evidenza incontrovertibile continuava la declaratoria sulle magnifiche sorti progressive della nazione iraquena.

Dobbiamo sforzarci di essere tutti uniti e solidali, la scelta democratica è semplice: o noi o loro e..il tempo è ormai scaduto per qualunque ravvedimento operoso.