Tra il dire e il registrare

di Marina Boscaino - 18 settembre 2012

Le tecnologie digitali dell’informazione e della comunicazione sono da quasi vent’anni lo strumento con cui l’immaginario ministeriale maggiormente illude i media e l’opinione pubblica della propria modernità ed efficienza. Profumo ha esasperato, con l’occorrenza ossessiva dell’aggettivo “moderno” nelle sue generose quanto inconcludenti dichiarazioni, un vero e proprio vezzo che imperversa nella determinazione (almeno teorica) delle politiche scolastiche: che la modernità, taumaturgicamente intesa, abbia ricadute non solo positive, ma addirittura risolutive per le sorti della scuola.



In questo inizio di anno balzano agli occhi due concrete e profonde contraddizioni a questa prospettiva, che ha molti sostenitori anche tra gli addetti ai lavori.

La prima riguarda i libri digitali: il Codacons ha monitorato il mercato dei testi scolastici, concludendo che l’introduzione del formato misto cartaceo-digitale ha determinato un aumento dei prezzi, tanto da decidere di ricorrere al TAR contro la sua introduzione. Il vincolo all’adozione di una versione mista si sarebbe infatti tradotto nell’obbligo per gli insegnanti di cambiare libro, ricorrendo a edizioni rincarate. Le versioni digitali e multimediali, inoltre - grazie anche ad alcuni dispositivi adottati per impedirne la riproduzione “pirata” – inibiscono un futuro recupero delle spese mediante il mercato dell’usato, magari a famiglie già messe in difficoltà dal fatto di non poter dotare i figli più giovani dei testi dei fratelli più grandi. "Insomma - afferma il Codacons - la promessa che il ministero dell'Istruzione aveva fatto nel 2009, che entro i successivi tre anni, ossia entro quest'anno, ci sarebbe stata una diminuzione di spesa del 30% per l'acquisto dei libri, si è dimostrata l'ennesima bufala a danno delle tartassate famiglie italiane".

Ci sono buone possibilità che nel concreto siano deludenti anche le novità previste quest’anno per quanto riguarda registrazione e comunicazione dei risultati di apprendimento. Le norme sulla spending review relative alla scuola prevedono infatti l’introduzione massiccia di pagella online e registro elettronico. A pochi giorni dall’inizio delle lezioni – momento in cui è necessario fin da subito registrare eventuali assenze e ritardi per poi pretendere le relative giustificazioni – non si sa però alcunché di preciso su come questa indicazione possa trovare effettiva applicazione. Tacciono in proposito i responsabili istituzionali a livello nazionale e locale; tacciono i dirigenti scolastici, tacciono i collegi docenti, tacciono i singoli insegnanti, molti dei quali sono per altro del tutto all’oscuro del problema. I più consapevoli formulano ipotesi pessimistiche e rassegnate: dal rinvio esplicito alla mora silente, nelle cui pieghe si compileranno i documenti tradizionali, in attesa di trascrivere i dati sui nuovi strumenti. Qualcun altro prospetta – in considerazione anche del fatto che non tutte le scuole sono attrezzate e che non sono previsti investimenti ad hoc - la duplicazione su supporto digitale della documentazione cartacea ai fini della sola comunicazione esterna, per impressionare l’opinione pubblica e le famiglie più ingenue.

Roma, 18 settembre 2012