La Lega Nord negli ultimi
anni non ha trascurato di intervenire sul tema dei Dirigenti scolastici dichiarando
di non volere che i posti vacanti nelle regioni del Nord vengano assegnati ai
vincitori di concorso nelle regioni meridionali. La Lega ha utilizzato il tema
per l’ennesima battaglia identitaria, senza affrontare la questione nel merito,
ma ha in qualche modo scoperchiato una questione spinosa e cruciale della
scuola italiana. La questione dei Dirigenti scolastici meridionali nasce nell’estate
del 2008, quando in Friuli Venezia Giulia
stavano per arrivare sette nuovi
dirigenti scolastici del Sud. Una situazione che i leghisti non intendevano
accettare. Infatti un senatore leghista facente parte della commissione
Istruzione disse: "nessuno di loro ha radici in questa regione, quattro
arrivano dalla Calabria, due dalla Campania e uno dalla Sicilia. La Lega sta anche studiando come garantire che
un'adeguata percentuale dei posti di dirigente scolastico vada in ogni caso a
residenti nella Regione dove si deve prestare servizio. Il nuovo regolamento per il reclutamento dei
dirigenti scolastici varato dal ministro Gelmini, privilegerà più il merito
rispetto all'anzianità di servizio. E già questo dovrebbe fare una bella
differenza. Non è infatti credibile la considerazione, espressa dalla
Uil-Scuola, secondo cui al Nord i ragazzi trovano lavoro prima e spesso non c'è
necessità di andare all'università, mentre al Sud all'università ci andrebbero
praticamente tutti".
Parole che i dirigenti e i militanti leghisti non
hanno lasciato cadere nel vuoto, denunciando nelle scuole del Nord, la presenza di
117 presidi meridionali su 118. Oggi le preoccupazioni per il concorso a Ds
della Lombardia sembrano essere le stesse del 2008, medesime le considerazioni
sui Dirigenti scolastici meridionali che non dovrebbero essere ritenuti
candidabili a ipotetici incarichi annuali di presidenza in terra padana. La
verità è quella che le competenze di un
Dirigente scolastico non dipendono dalla latitudine del suo domicilio, non
dipendono dai suoi dati anagrafici, ma soprattutto non dipendono dall’appartenenza
a partiti, che fanno della divisione del
territorio nazionale un vanto ideologico. In altre parole i Dirigenti
scolastici meridionali sono e resteranno sempre un valore aggiunto di
competenze e conoscenze per tutta la nazione, di cui anche la Lombardia
potrebbe trarne dei benefici, spendibili
sia in qualità organizzativa delle scuole sia nello sviluppo culturale dei suoi territori.
Aldo Domenico Ficara