Concorso a dirigente scolastico in Lombardia: L'ENNESIMA TAPPA DI UNA LUNGA VIA CRUCIS

Comunicato dell'ANP a seguito della nota del 6 marzo 2014 del Capo Dipartimento per l'Istruzione con la quale si blocca la nomina immediata dei vincitori del concorso a dirigente scolastico della Lombardia e si rinvia la loro assunzione al prossimo 1 settembre 2014

Si pensava di essere arrivati oggi all'ultima casella di questo tragico gioco dell’oca a cui è stato ridotto il concorso a dirigente scolastico della Lombardia: non è stato così.
Si pensava che la convocazione in data odierna dei vincitori rappresentasse il coronamento di una procedura tormentata e travagliata, ma giunta finalmente alla conclusione. Si riteneva che la norma di legge (DL 104/2013, articolo 17, comma 6) che recita: "Gli incarichi di reggenza ai dirigenti scolastici titolari presso altre istituzioni scolastiche e gli esoneri dall'insegnamento, conferiti nelle scuole individuate al comma 5, cessano alla conclusione, nella relativa regione della procedura concorsuale per il reclutamento dei dirigenti scolastici indetta con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004, o di quella indetta con decreto direttoriale 13 luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 56 del 15 luglio 2011, con la nomina in corso d'anno, ove possibile, dei vincitori di concorso, nel limite delle assunzioni già autorizzate, ovvero alla assegnazione, alle predette scuole, di un dirigente scolastico titolare, con incarico a tempo indeterminato.” fosse chiara e non aggirabile
 


 
 
Invece sono bastate "numerose segnalazioni, anche da parte delle organizzazioni sindacali”, come dichiara la nota del Capo Dipartimento del MIUR, per bloccare il meccanismo legislativo espressamente approvato per porre le condizioni di un ritorno alla normalità del sistema di istruzione in Lombardia. Tra le segnalazioni contrarie all'adempimento legislativo da un lato e il rispetto della norma dall’altro il MIUR non ha avuto dubbi: ha dato corso alle prime. E lo ha fatto formalizzando il blocco in extremis delle nomine con la nota ministeriale la sera prima del giorno in cui i vincitori del concorso erano convocati a Milano per la sottoscrizione del contratto e per l’attribuzione dell’incarico. Oltre al danno anche la beffa. In tutto questo non sorprende che alcune organizzazioni sindacali (ANP non era di certo fra queste) scoprano il valore della continuità didattica soltanto quando si tratta di lasciare 346 scuole della Lombardia prive del dirigente e non quando esercitano i loro diritti sindacali nelle forme più libere e fantasiose.
Per meglio ricostruire errori e responsabilità del concorso a dirigente in Lombardia, vale la pena di riprendere le tappe essenziali di un procedimento che non è eccessivo presentare come una dolorosa via crucis. È dal 13 luglio 2011, data del bando concorsuale a 2.836 posti di dirigente delle scuole statali, da effettuarsi su base regionale, che ha preso avvio la procedura. Il 12 ottobre 2011 si svolge una prova preselettiva, fatta subito oggetto di una prima salva di ricorsi. Il 18 luglio 2012 il Tar Lombardia annulla le prove concorsuali per la presunta irregolarità delle buste contenenti i nomi dei candidati, decisione che provoca la naturale reazione di 404 candidati già inclusi in una graduatoria, anche se pubblicata con deplorevole ritardo. Dal luglio 2012 la vicenda passa nella competenza del Consiglio di Stato che concede la sospensiva e poi a distanza di due mesi se la rimangia, con la conseguenza che salta l’affidamento degli incarichi prevista per il primo settembre 2012. Comincia da lì la lunghissima trafila delle udienze presso il Consiglio di Stato, spesso annunciate e altrettanto spesso rinviate. Si arriva, così, all’11 luglio 2013, quando la sentenza n. 3747 affossa il concorso sulla base dell’affermazione dell’ "astratta” possibilità che potesse essere stato leso il principio dell’anonimato. Alla ripresa autunnale il MIUR avoca a sé la responsabilità del riavvio della procedura a partire dal rimbustamento delle prove scritte (ripetuto due volte perché non fatto con tutti i crismi!) e dalla ricorrezione di tutti gli elaborati. Alla stessa, sempre per decisione del MIUR, viene impressa una forte accelerazione proprio allo scopo di poter chiudere al più presto la procedura stessa e affidare gli incarichi appena possibile. Cosa ha fatto cambiare impostazione all'Amministrazione? A detta della nota del MIUR, "le numerose segnalazioni, anche da parte delle organizzazioni sindacali”.
Anche su questa fase sarebbe necessario fare alcune osservazioni, ci limitiamo a ricordare che ben 96 candidati, già precedentemente valutati idonei alla funzione e collocati in posizioni più che egregie all'interno della graduatoria annullata, piuttosto inaspettatamente non hanno superato la nuova correzione.
Qualcosa dunque non torna. Se la fretta era giustificata dalla necessità di chiudere la fase emergenziale che le scuole lombarde hanno vissuto negli ultimi due anni scolastici (più di 400 istituti affidati in reggenza), come è possibile accettare, oggi, a poche ore dalla firma del contratto, una nota che blocca il tutto perché al ministero sono arrivate "segnalazioni”?! E alla mancata garanzia della continuità didattica non si doveva pensare quando in Parlamento si discuteva del provvedimento che, diventato legge, si era ispirato alla necessità di por fine nel più breve tempo possibile ai vuoti negli uffici dirigenziali delle scuole in Lombardia?
Nessuno ha poi pensato che un’azione del genere è un sonoro schiaffo in faccia a persone che da tre anni attendono di veder rispettati i loro diritti, conquistati attraverso una travagliata e controversa vicenda che li ha provati e frustrati. Qualcuno si è reso conto che sta giocando sulla pelle di persone in carne ed ossa, che si sono rese disponibili ad assumere la rappresentanza dello Stato, e che oggi da quello stesso Stato vengono beffate?
L'ANP, nell'affermare il proprio totale dissenso nei confronti della nota del Dipartimento con la quale si intende sovvertire il dettato legislativo, chiede che la stessa venga ritirata e che si portino a compimento le operazione avviate dall'USR per la Lombardia, nel rispetto dei diritti dei vincitori del concorso come pure delle scuole da troppo tempo prive di un preside titolare a tempo pieno.