Immissioni in ruolo nella scuola tra xenofobie e deportazioni


Cresce la  guerriglia retorica fatta di opposte assurdità: quella nordista contro l’arrivo dei professori del sud nei posti lombardi, veneti, liguri, piemontesi e quella sindacale contro la “deportazione” dei precari. Il nord reagisce  all’invasione costretta dei professori meridionali con le solite note xenofobe anti terroni, infatti, da una ricerca emerge  che sono oltre un migliaio i gruppi razzisti e xenofobi che si trovano su Facebook, di cui circa 400 anti terroni e napoletani.  Un valore certamente indicativo della miscela esplosiva che queste immissioni in ruolo da sud a nord potrebbero innescare.  A tal proposito  ha già alzato la voce Valentina Aprea, assessore regionale all’istruzione della Lombardia  ed ex sottosegretaria al ministero dell’istruzione (Miur) nei governi Berlusconi dicendo che  il governo doveva tener conto del rapporto tra graduatorie provinciali e posti disponibili nella stessa provincia. In sostanza, chiudere le frontiere scolastiche, privilegiando i precari autoctoni. Dalla parte opposta alzano il tiro le proteste sindacali  anti deportazione, ma anche su questo fronte ci sono stati dei pareri contrari alla lotta degli insegnanti. Infatti, sulla questione assunzioni dei docenti e in particolare sul termine improprio “ deportazione “, è intervenuto Enrico Mentana, direttore dei Tg del canale La 7. "Se coloro che devono insegnare ai ragazzi italiani il corretto uso della loro lingua - scrive Mentana sul proprio profilo FaceBook - si esprimono in questo modo, c'è da dubitare che conoscano adeguatamente l'italiano, e soprattutto la storia".

 

Aldo Domenico Ficara