Insegnante mette una nota disciplinare sul registro elettronico e per lei inizia un incubo




Riportiamo una lettera indirizzata a Vittorio Lodiolo D'Oria e pubblicata sulle pagine di Orizzonte Scuola. Una lettera che mette in evidenza quanto sia problematico l'uso del registro elettronico. La Lettera dice:


Gentile dottore, sono una docente con 30 anni di insegnamento senza demerito alcuno (anzi) quando vengo denunciata per “diffamazione aggravata” nel marzo 2014 da una mia studentessa per averle comminato una nota disciplinare sul registro elettronico in cui definisco il comportamento della ragazza “estremamente maleducato” (se vorrà le dirò a cosa mi riferivo). Inizia per me un incubo: dimagrisco, perdo capelli, perdo il sonno, finisco in ospedale per sospetto attacco cardiaco (era “solo” un attacco di panico); l’incubo finisce 13 mesi dopo con archiviazione del caso da parte di un magistrato che non solo ritiene infondata la notizia di reato, ma che ritiene la mia condotta “estrinsecazione dei doveri di insegnante/educatrice”. L’avvocato penalista me lo sono però dovuta pagare io, l’assicurazione della scuola si è data alla macchia, io e la mia famiglia per sostenere la spesa non siamo andati in vacanza in estate. Anche queste sono pugnalate, mi creda. In un anno e un mese nessuno sapeva nulla (tranne il dirigente cui avevo riferito) e nessuno ha capito nulla; il mio atteggiamento è sempre comunque stato leale, corretto e tranquillo sia davanti ai colleghi che di fronte agli studenti. Gli insegnanti dovrebbero sapere che possono anche accadere queste cose. Io non volevo crederci, mi sembrava di vivere in un film. Ma soprattutto bisognerebbe sapere che il registro elettronico è ritenuto “pubblico” anche se l’accesso alla propria pagina è agibile solo con password. Se si fosse trattato veramente di diffamazione, sarebbe stata “aggravata” (e quindi penalmente perseguibile) proprio perché considerata equivalente a quella “a mezzo stampa”.

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