Era il 24 aprile 2019 quando al termine
di un tour de force negoziale durato molte ore, si raggiunse l'accordo tra i sindacati
rappresentativi della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) e il Governo,
presenti il ministro dell'Istruzione Bussetti e il premier Conte. L'intesa –
che prevede tra l'altro più risorse per il rinnovo contrattuale nella prossima
legge di bilancio e soluzioni per il precariato - aveva indotto i sindacati a
sospendere lo sciopero che era stato proclamato per il prossimo 17 maggio. Si
potrebbe sostenere che i sindacati rappresentativi della scuola abbiano fatto
bene il loro lavoro e invece il germe della polemica sindacale prende il
sopravvento attraverso osservazioni sullo
sciopero del prossimo 17 maggio 2019, confermato dai sindacati di base e revocato ( sospeso ) dagli
altri. Il ragionamento si basa proprio sulla differenza tra i termini sospeso e revocato. Si incolpano i sindacati firmatari dell’intesa del 23/24 aprile che hanno sostenuto di aver sospeso l’azione di sciopero in attesa dell’esito dei
tavoli di confronto aperti con il Ministero, affermando che se si consulta il
sito della Commissione di Garanzia si scopre che già in data 24 aprile
Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Gilda avevano revocato lo sciopero.
A tal riguardo Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil sul perché sospendere lo sciopero
della scuola del 17 maggio dice: “ Perché impegna il governo a garantire il
potere di acquisto, mentre nel Documento di Economia e Finanza (Def) aveva
previsto la metà dell’inflazione programmata nel prossimo triennio. È un
impegno notevole, non banale, preso in vista della prossima legge di bilancio.
Non ha senso raccontarlo come se fosse una promessa senza fondamento. È un
accordo politico con il presidente del consiglio Conte che andrà verificato.
Semmai il problema è che il governo dovrebbe adottare lo stesso atteggiamento
rispetto agli altri settori del lavoro pubblico. Siamo stati convocati prima ( della trattativa ) proprio perché di fronte alla minaccia dello sciopero il governo ha ritenuto
necessario, visti i precedenti con Renzi, aprire un confronto con le
organizzazioni sindacali. È abbastanza chiaro che ci fosse una preoccupazione
da parte del governo. A questo punto il problema è del governo. Dovrà
rispettare l’accordo. In ogni caso ricordo che lo sciopero è
sospeso, non revocato ". Sempre sul tema regionalizzazione le parole della senatrice
Bianca Granato (M5S) fanno capire che la " secessione dei ricchi " avrà vita
difficile nel governo, avvalorando l’azione di accordo sindacati - governo del 24 aprile scorso.
Infatti,
la senatrice Bianca Granato (M5S), una
delle più attive sull’argomento, dice: “ Quando nel Veneto la Lega ha preso in
mano la Regione, la formazione professionale pubblica è stata dismessa e il
“servizio” esternalizzato. Il tutto senza considerare che ovviamente ad
accedere a questo segmento formativo spesso sono giovani svantaggiati economicamente
e socialmente. Ecco come la Lega aveva in mente di “risolvere” il problema
dell’efficientamento della scuola. Intanto mettere le mani su 2 miliardi di
fondi pubblici per regione, distribuirli tra le scuole private e esternalizzare
il servizio. 2 piccioni con una fava: sgravarsi del fardello dei diritti di
studenti e lavoratori in un colpo solo e distribuire soldi agli amici degli
amici. Tutto ciò grazie alla complicità del PD che con la preintesa del 28
febbraio 2018 aveva dato la liberatoria al delirio neoliberista più ignobile
mai perpetrato nel nostro Paese , quello che avrebbe privato i nostri giovani
capaci e privi di mezzi di quelle ignare regioni dell’unica opportunità di
mobilità sociale che avrebbero mai avuto nella loro vita. Con lo
specchietto per le allodole del quesito poi respinto dalla Corte Costituzionale
sulla possibilità di trattenere i 9/10 del residuo fiscale, i Veneti hanno
abboccato al referendum leghista che chiedeva l’autonomia anche sull’istruzione
“ .
A conclusione noi di RTS chiudiamo: " premesso
che ognuno sia libero di scioperare, quanto ognuno sia libero di sospendere lo
sciopero, l’assillo della critica a tutti i costi verso i sindacati
rappresentativi della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) potrebbe essere
interpretato dagli osservatori di settore come pratica di inconsapevole acrimonia ".