La regionalizzazione della scuola è un aperto atto ostile contro il Sud Italia

La regionalizzazione della scuola, con la sua (tutta da dimostrare) pretesa di rendere più autonomo, vicino alle istanze del territorio e dinamico il sistema scolastico è un aperto atto ostile contro il Sud Italia, perché è chiaro che quest'idea premierebbe soltanto il Nord e quelle regioni che oggi possono permettersi maggiori risorse per attrarre i migliori insegnanti, il miglior personale amministrativo e scavare così un solco ancora più profondo nel divario già immenso tra Settentrione e Mezzogiorno. Tra l'altro drenando risorse pubbliche per girarle alle scuole paritarie (altra autonomia richiesta dalle regioni del Nord). L'esatto contrario di quello che i rapporti più serie sulle dinamiche sociali del nostro Paese sostengono, dal Censis allo Svimez, che invece sostengono l'urgente necessità di riequilibrare il divario con politiche e interventi miranti.

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