La figura del “docente operaio” nella scuola azienda


In una lettera inviata alla redazione di Orizzontescuola si scrive: “ Nella scuola si sta affermando la figura del “docente operaio”, che non deve spiegare più, che non deve interrogare più e soprattutto deve mettere voti alti, sempre più alti perché così tutti i dirigenti scolatici sono tutti contenti e felici, così anche i genitori “. A tal riguardo spesso si scrive che l’inizio della fine è stato il decentramento e l’autonomia nelle scuole, il considerare la scuola un’azienda con il preside manager proiettato sul profitto non più per i suoi alunni, ma degli utenti: i genitori narcisi che vogliono e scelgono una scuola che renda facile ed agevole il percorso scolastico ai loro figli. Gli alunni diventano il prodotto aziendale, così l’insegnante operaio solo un mero esecutore. Senza fondi statali, di anno in anno sempre più esigui, la buona scuola è oggi quella che accaparra più fondi europei, i cosiddetti PON: non importa la ricaduta o meno sugli studenti o l’esito della realizzazione degli stessi, ciò che conta è confezionare al meglio il progettino di turno, meglio se si è scuola a rischio. Meglio se intervengono associazioni esterne; i docenti, sempre più depauperati del proprio ruolo possono al massimo essere tutor d’aula per tenere a bada alunni disinteressati al nulla.