Da giovane bullo a stalker da adulto


Didattica persuasiva, grammatica della gentilezza, alfabetizzazione emozionale e educazione all’affettività: sono le nuove discipline previste dal Progetto Europa 2030, riportate in Agenda 2030 tra i 17 obiettivi per la formazione del Cittadino consapevole attraverso l’educazione alla cittadinanza.

Cambiare per noi, cambiare per i nostri figli, cambiare per la nostra salute e avviare quella transizione ecologica di cui si parla tanto. Alla luce di tutto ciò, però, sono note stonate e in netta distorsione le dinamiche sempre più esistenti, reali di violenza tra i più piccoli, gli adolescenti, i nostri studenti e studentesse. Come porgersi dinanzi a quegli atti di Bullismo del branco o, ancora più fantastico, gestire il cyberbullismo. Una società giovane malata? No! Non parlerei di malattia ma di quella perdita del centro del nucleo educante che è la famiglia. Il nucleo primario di aggregazione, convivenza e coabitazione all’interno del quale non possono e non devono esistere conflitti, competizioni, violenze anche di semplici toni di voce alta. Lo psichiatra, Prof. Vittorino Andreoli nel suo libro “La vita digitale” scrive: “ legami che aiutano a crescere sono quelli affettivi ed è l’affettività che racchiude tutto il mondo dei sentimenti e riguarda proprio la capacità che una persona ha di stabilire i legami con un’altra, in questo caso la madre con il proprio figlio, e viceversa. Il legame è un qualcosa che si scambia, non è a una direzione sola: la madre trasferisce affetto al figlio che se ne sente attratto e lo ricambia e viceversa. Questa è una condizione prioritaria, un legame che precede anche i contenuti. Perché gli affetti e i sentimenti sono già di per sé dei messaggi molto ricchi. Per esempio servono a dare sicurezza, a vincere la paura e questa è anche una condizione indispensabile per poter apprendere”. La madre al figlio ed il padre? Che ruolo ha il padre all’interno della famiglia? Lo spiega bene il sociologo, Paolo Crepet che sostiene quanto sia importante la presenza attiva e educante del padre verso il figlio al quale si deve “togliere” e non dare tutto perché è l’assenza di curiosità, di desiderio di desiderare che genera alienazione, noia, violenza e atti di bullismo. Il bullo chi è se non un figlio privo del rispetto di regole e pertanto, dietro la sua presunta supremazia si nascondono fragilità e paura, una incapacità di assumere la prospettiva degli altri, una difficoltà generale nella mentalizzazione che non gli permettere di prefigurarsi le sofferenze che procura. Bullo da giovane adolescente e stalker o mobber da adulto. E, fate attenzione, la linea di confine tra il giovane bullo e da adulto, stalker/mobber è inesistente: è un processo evolutivo sempre più perverso verso implicazioni che per motivazioni diverse disconoscono ogni forma di rispetto dell’altro. Piuttosto l’altro è un ostacolo da abbattere senza pietà e con terribile superficialità. È d’attualità la recente aggressione subita e poi denunciata e raccontata dall’attore Andrea Casuscelli, vittima di bullismo da parte di un gruppo di ragazzini tra i quindici/diciotto anni capeggiati da due maggiorenni, i bulli. Il motivo dell’aggressione? come riporta la giornalista Benedetta Centin, sul Corriere della Sera di Vicenza: “Lo studente dell’istituto tecnico Fusinieri di Vicenza, aspirante attore e modello già con qualche esperienza di lavoro, si era dato appuntamento alle 19 con un 18enne conosciuto sui social che si sarebbe proposto di fornire un servizio fotografico. Lo avrebbe portato in una via adiacente alla chiesta, più appartata. Lì dove, pochi minuti dopo, è comparso il resto del gruppo. Dopo di lui sarebbero infatti arrivati altri giovani «una dozzina circa, dai quindici ai diciotto anni» che si sarebbero accaniti sullo studente, inspiegabilmente, prendendolo a calci e pugni, a più riprese, prima uno singolo poi altri, anche quando la vittima si era allontanata. Uno in particolare sulle prime gli avrebbe sferrato un calcio sul braccio e uno in faccia”. E come se non fosse abbastanza, gli atti di bullismo sono continuati sui social. Casuscelli ha denunciato e chiede giustizia a ragion veduta così come ha raccontato lui stesso, in Diretta Instagram, intervistato dalla giornalista e manager Silvia Berri insieme all’avvocato Grazia Chitti. Siamo nel 2021, solo altri nove anni al 2030 basteranno a cambiare tali spregevoli dinamiche sociali? Famiglia, Scuola e Stato devono fare la loro parte o sarà una carneficina. Annamaria Milano