Essere o non essere anglofoni: questo è il problema


La
 linguistica storica aiuta a mettere il dibattito sull'uso dei termini anglofoni nella lingua italiana in prospettiva e fa capire subito una cosa: le lingue si scambiano e si prestano termini in continuazione. Certo, quelle che godono di un prestigio socio-culturale maggiore, pur cambiando nel tempo, tendono a disseminarli nel mondo con forza maggiore. L’inglese ha avuto un ingresso dirompente nell’italiano a partire dagli ultimi anni ’70 fino a diventare praticamente l’unica lingua straniera studiata nelle scuole in cui ne è prevista solo una. Soprattutto quello statunitense, a quel tempo, portava con sé il potere politico, economico, culturale e scientifico. Ma non dimentichiamoci che fino a poco prima il più studiato è stato il francese. Particolarmente ironico sull'argomento è un video segnalatoci da un nostro lettore, il regista fanese Matteo Marcucci di cui riportiamo il contenuto:


Matteo Marcucci piace definirsi così: 

mi chiamo Matteo Marcucci, classe del '95, nato a Fano, Fin da piccolo mi sono approcciato con la telecamera realizzando piccoli filmati e cimentandomi anche a realizzare qualche lavoretto. Finito gli studi ho lavorato prima come operatore diventando poi regista presso la televisione locale in cui ci ho lavorato per 2 anni, realizzando programmi televisivi sia registrati che in diretta, spot pubblicitari e tanto altro. Successivamente mi sono messo in proprio cominciando a collaborare con un'altra televisione locale, realizzando così il mio primo programma televisivo "Pillole di risate", una piccola serie tv di carattere comico, realizzando anche al tempo stesso produzioni di spot, tutorial, video in grafica animata, video di eventi di live streaming e tanto altro. Produrre di contenuti video e programmi è ciò che mi piace e lo porto avanti con passione e determinazione. visitate il mio sito web: www.icarusaudiovisual.com