Inverno demografico: meno alunni, meno cattedre e tantissimi esuberi


Inverno demografico è il termine coniato da alcuni sociologi per descrivere l'invecchiamento, ovvero l'aumento dell'età media, della popolazione. L’inverno demografico in cui, ormai da molti anni, è precipitata l’Italia avrà conseguenze molto pesanti e, per certi versi, drammatiche sul mondo della scuola, sia in termini di posti di lavoro persi, sia sul versante della qualità dell’insegnamento e dell’innovazione della didattica. 
 L’emorragia delle classi e delle cattedre. Tra dieci anni, insomma, avremo meno alunni e, di conseguenza, meno classi/sezioni e meno cattedre. In numeri assoluti, la Fondazione Agnelli prevede che, entro il 2028, la scuola dell’infanzia perderà 6.343 classi/ sezioni, la primaria 17.956, la secondaria di primo grado 9.420 e la secondaria di secondo grado 3.002. In totale, a livello nazionale le classi/sezioni perse saranno 36.721. Questi, invece, gli effetti sugli organici: -12.600 cattedre alla scuola dell’infanzia, -22.100 alla primaria, -15.700 alla secondaria di primo grado e -5.200 alla secondaria di secondo grado. Complessivamente, entro il 2028, la scuola italiana perderà 55.600 cattedre