Impoverimento lessicale: gli studenti nel 1976 conoscevano 1600 parole, oggi non più di 500.

 


Tornano d'attualità le parole di Umberto Galimberti che qualche tempo fa diceva: “Esorterei i professori a usare meno il computer. A che serve? Gli studenti, nativi digitali, ne sanno più di chi dovrebbe insegnare loro l’informatica. Ai ragazzi internet fornisce, dopo anni di guerra al nozionismo, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non regala senso critico, connessione dei dati e, quindi, conoscenza. I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati”. Oggi la notizia che un ginnasiale nel 1976 conosceva 1600 parole, oggi non più di 500. A tal riguardo si riconda che sono Centoquarantacinquemila  le parole presenti nell’ultima edizione del vocabolario “lo Zingarelli” (Zanichelli, 2019) . Di queste, solo settemila compongono il nostro lessico fondamentale (Il Fatto Quotidiano, 2019), meno del 5% dei vocaboli della nostra lingua madre.