Insegnante fa trenta ore aggiuntive per 2100 euro lordi, nel conto ne entrano solo 900


Durante l’anno scolastico terminato pochi mesi fa, un insegnante si è proposto per un progetto didattico, un cosiddetto Poc, acronimo di programma operativo complementare, finanziato con fondi comunitari: trenta ore di lavoro aggiuntive, remunerate ognuna con 70 euro lordi. Per un totale di 2.100 euro. Un’opportunità professionale ed economica ghiotta, almeno dal suo punto di vista, che oggi, 24 agosto 2023, ha avuto il suo epilogo, quando sul suo conto corrente si è materializzato il compenso netto: 934,52 euro. Nemmeno la metà dei 2.100 euro di cui sopra. Questo è un estratto di una lettera di un docente messinese inviata alla redazione di OrizzonteScuola. A tal riguardo si ricorda che c
on l’ultima legge di Bilancio, il governo ha diminuito gli scaglioni Irpef che sono passati da cinque a quattro. L’aliquota d’imposta per i lavoratori dipendenti è del 23% per i redditi fino a 15mila euro; del 25% per quelli compresi tra i 15mila e i 28mila euro; del 35% per i redditi fra 28mila e 50mila euro e, infine, del 43% per i redditi superiori ai 50mila euro. Oltre all’Irpef sono dovute anche le relative addizionali, ossia quella regionale e comunale.